Durante il mese di dicembre 2024, osservando verso sud-ovest poco dopo il tramonto, si osserva un puntino molto luminoso: è il pianeta Venere.
Venere tramonta circa alle 20:30 nel mese di dicembre 2024; tuttavia, nelle settimane successive tramonterà via via più tardi, offrendo molte occasioni per osservarlo. Nel diagramma che segue, realizzato con il software Stellarium, viene mostrata la posizione di Venere alle ore 19:30 dei giorni che vanno dal 24 dicembre 2024 al 28 febbraio 2025.
Venere è il secondo pianeta in ordine di distanza dal Sole e orbita la nostra stella ad una distanza media di 108 milioni di Km (0,72 Unità Astronomiche). Con un diametro di 12000 Km è il secondo dei pianeti rocciosi per dimensione, essendo poco più piccolo della Terra. Venere compie un’orbita completa attorno al Sole in 225 giorni terrestri, e completa una rotazione su se stesso in 116 giorni terrestri. Curiosamente, Venere ruota su se stesso in modo retrogrado, cioè in senso opposto alla direzione del moto attorno al Sole. Di conseguenza, su Venere il Sole sorge a Ovest e tramonta a Est.
Dopo la Luna, è l’oggetto celeste più luminoso nel cielo notturno. La sua luminosità è prodotta dalla densa atmosfera che riflette la luce del Sole e nasconde la superficie del pianeta. In passato gli scienziati ritenevano che sotto la coltre di nubi ci fosse una foresta tropicale; tuttavia, le prime sonde spaziali che hanno esplorato Venere hanno rivelato una situazione ben diversa.
Il clima di Venere è a dir poco infernale. L’atmosfera è composta per il 98% di anidride carbonica ed è 50 volte più densa di quella terrestre. Se potessimo camminare sulla sua superficie, il panorama ci apparirebbe tremolante, come sott’acqua. L’atmosfera è così densa che faremmo fatica a restare in piedi: anche deboli brezze sarebbero sufficienti a scaraventarci al suolo. La pressione è di 92 bar, quella che sulla Terra sperimentiamo a 1 Km di profondità nell’oceano. La temperatura media è 464 °C, sufficiente per fondere lo zinco, e la superficie è periodicamente spazzata da piogge di acido solforico.
Nonostante le condizioni estreme, le missioni sovietiche Venera degli anni ’60 e ’70 sono riuscite a fare atterrare delle sonde sulla superficie del pianeta, che hanno resistito per un tempo sufficiente a trasmettere dati e alcune immagini. La superficie di Venere è ricoperta da lastre di rocce basaltiche sotto un cielo giallastro. I bordi delle rocce sono erosi e parzialmente fusi, a causa delle temperature o delle piogge acide. I microfoni delle sonde Venera hanno registrato rumori simili a tuoni in lontananza, e il fruscio del vento che sferza il terreno.
Si ritiene che in un lontano passato Venere sia stato abbastanza simile alla Terra, forse addirittura con acqua in superficie. La situazione è cambiata a causa di una intensa attività vulcanica che ha riempito l’atmosfera di anidride carbonica, dando origine ad un effetto serra fuori controllo.
A causa della loro vicinanza al Sole, Mercurio e Venere sono visibili dopo il tramonto o prima dell’alba. Grazie alla sua maggiore distanza dal Sole, Venere è un po’ più facile da osservare, soprattutto quando si trova nei punti di massima elongazione. Al telescopio appare come un dischetto brillantissimo. Dato che la loro orbita è interna a quella della Terra, Mercurio e Venere hanno le fasi, come la Luna (vedi figura). In particolare, nel mese di dicembre 2024 il disco di Venere risulta illuminato per poco più di metà.