L’apertura al pubblico di venerdì 18 agosto 2023 è iniziata con una mini-conferenza sulle nebulose planetarie. Nonostante il nome, le nebulose planetarie non hanno nulla a che fare con i pianeti: sono state chiamate in questo modo dall’astronomo William Herschel, che attraverso il suo telescopio le vedeva come piccoli oggetti tondeggianti, simili a pianeti dai bordi sfumati. Herschel era ben consapevole che non fossero pianeti, ma il nome “nebulosa planetaria” è rimasto.
Una nebulosa planetaria è ciò che resta dopo la morte di una stella poco più grande del nostro Sole; il residuo della stella che l’ha prodotta rimane al centro sotto forma di nana bianca.
Per saperne di più sulle nebulose si può fare riferimento a questo video:
Al termine della presentazione, il pubblico è stato accompagnato nella cupola del telescopio principale e sulla terrazza osservativa. Il protagonista della serata è stato Saturno, il “signore degli anelli” e sesto pianeta in ordine di distanza dal Sole.
Saturno è il secondo pianeta più grande del sistema solare, dopo Giove. Ha un diametro di 116000 Km (poco più di 9 volte quello della Terra), e orbita il Sole ad una distanza media di 1400 milioni di Km, impiegando più di 29 anni terrestri a compiere un’orbita. Nonostante le sue dimensioni, Saturno è il pianeta meno denso del sistema solare: la sua densità media è inferiore a quella dell’acqua, per cui resterebbe a galla se si potesse immergere in una enorme bacinella (sarebbe tuttavia impossibile immergerlo per davvero nell’acqua, perché Saturno è composto di gas).
La struttura più evidente di Saturno è il sistema di anelli che si estende fino a 120000 Km dalla superficie. Nonostante la loro dimensione, lo spessore medio degli anelli è di appena 20 metri. Gli anelli di Saturno non sono un corpo unico, ma sono composti da particelle di ghiaccio le cui dimensioni vanno da pochi centimetri a 10 metri.
Il telescopio principale dell’osservatorio mostra chiaramente gli anelli e le bande atmosferiche più scure prodotte dalla circolazione dei gas nell’atmosfera. Saturno ha moltissimi satelliti naturali (ce ne sono 146 a cui è stato attribuito un nome, più un numero imprecisato di corpi troppo piccoli perché valga la pena assegnare loro una denominazione). Il più grande di essi, Titano, è visibile anche con un telescopio amatoriale. Titano è stato osservato per primo dall’astronomo olandese Christiaan Huygens nel 1655, ed è più grande della nostra Luna e perfino del pianeta Mercurio. Titano è ‘unico satellite del sistema solare avvolto da una densa atmosfera.
La serata è proseguita con l’osservazione di alcuni oggetti dello spazio profondo. Siamo partiti da alcune classiche stelle doppie, come Albireo nella costellazione del Cigno, e Alcor e Mizar nella costellazione dell’Orsa Maggiore, e la stella Polare nella costellazione dell’Orsa Minore.
Albireo è un sistema stellare le cui componenti visibili hanno colori contrastanti (azzurro e giallo dorato), il che lo rende uno dei sistemi multipli preferiti dagli astrofili. Le due componenti principali possono essere separate già con un binocolo o con un piccolo telescopio. Alcor e Mizar costituiscono una “doppia visuale”, nel senso che sono due sistemi stellari che non sono legati gravitazionalmente tra loro. Mizar è a sua volta un sistema multiplo le cui componenti principali Mizar A e B possono essere separate con un telescopio. Infine, pochi sanno che anche la stella Polare è un sistema multiplo composto da tre componenti (Polaris Aa/Ab, Polaris B) di cui Aa è la componente principale che vediamo anche a occhio nudo, e Polaris B è sufficientemente separata da essere osservabile al telescopio come un debole puntino in prossimità di Aa.
L’obbiettivo successivo è stata la galassia di Andromeda, nella costellazione omonima.
Come tutte le serate estive prive di Luna, non può mancare un’occhiata alla Nebulosa ad Anello nella costellazione della Lira. La Nebulosa ad Anello (Messier 57) è una nebulosa planetaria distante 2000 anni luce e situata nella costellazione della Lira. Si tratta di un oggetto molto esteso, dato che ha un diametro di circa due anni luce (un anno luce è la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un anno; muovendosi alla velocità di circa 300000 Km/s, la luce percorre in un anno più di 9000 miliardi di Km!). La Nebulosa ad Anello prende il nome dalla sua forma ad anello, con la parte centrale un po’ più scura. Questa forma è in realtà un aspetto dovuto alla prospettiva da cui la osserviamo.
La serata si è conclusa con l’osservazione di un ammasso aperto poco conosciuto ma molto interessante nella costellazione di Cassiopea: NGC 457, detto anche “ammasso della libellula” o “ammasso civetta”. Uno dei nostri soci l’ha ribattezzato “ammasso omino che saluta” perché, visto al telescopio, ha l’inconfondibile sagoma di un omino stilizzato con un braccio alzato in segno di saluto.