Mercoledì 6 giugno 2012, all’alba, si verificherà uno spettacolo celeste molto raro e molto affascinante. Osservando il Sole, ovviamente proteggendo adeguatamente gli occhi, si potrà vedere un dischetto nero passargli davanti. Si tratta del pianeta Venere che si troverà perfettamente allineato fra Sole e Terra.
Questo fenomeno avviene molto raramente. Il prossimo è atteso per il 2117. Si tratta quindi, per tutti noi, dell’ultima occasione per vederlo.
Il transito di Venere sul Sole, che a prima vista potrebbe non sembrare di grande interesse scientifico, ha rappresentato nei secoli scorsi una delle più grandi sfide astronomiche di tutti i tempi. Fu il grande astronomo inglese Edmund Halley, nel 1716, che si rese conto che si sarebbe potuta calcolare la distanza fra Sole e Terra sfruttando la coppia di transiti previsti per il 1761 ed il 1769. Troppo vecchio per sperare di vederli lanciò un appello a tutti gli scienziati del mondo perché collaborassero fra di loro per osservare Venere passare davanti al Sole da più posti sparsi nel globo terrestre. Per poter eseguire le triangolazioni necessarie, infatti, era necessario che il fenomeno fosse osservato da luoghi più distanti possibili fra di loro.
Poco prima del 1761 astronomi francesi, inglesi, russi, olandesi e italiani salparono alla volta delle località più distanti dei mari del sud e per le terre gelate della Siberia. Non furono viaggi facili, fra pirati e navi di nazioni in guerra, e non tutti purtroppo arrivarono a destinazione. Ma l’obbiettivo era così importante che, malgrado le rispettive nazioni fossero in guerra fra di loro, gli scienziati seppero collaborare con la massima onestà. È a questo episodio che si può far risalire la nascita della grande scienza, quella che per raggiungere risultati comporta la partecipazione di molte nazioni assieme, come ad esempio oggi vediamo nel caso dei grandi telescopi spaziali o del CERN di Ginevra.
Successivamente ai transiti del 1700 si ebbe un’altra coppia di transiti nel 1874 e nel 1882, e anche in questo caso la comunità scientifica seppe lavorare di comune accordo. E proprio a questa coppia di transiti è legata un’invenzione che oggi ormai permea la nostra vita. In occasione del transito del 1874 l’astronomo Jules Cesar Janssen inventò il cinema. La prima proiezione pubblica di un breve filmato risale al 1895 e ai fratelli Lumiere, ma la prima ripresa di immagini in movimento fu possibile grazie al revolver fotografico, ossia una macchina fotografica in grado di scattare fotografie a ripetizione, ideata da Janssen proprio per riprendere il momento di esatto contatto fra il pianeta ed il Sole.
Anche questo transito si rivelerà importante. Il telescopio spaziale Hubble, infatti, analizzerà l’atmosfera di Venere per affinare le tecniche di riconoscimento della sua composizione per poi applicare le conoscenze ai pianeti extrasolari.
Dopo questa coppia di transiti c’è stato quello del 2004 e ora quello di mercoledì prossimo. Poi dovremo attendere per più di 100 anni. Osservando il piccolo dischetto di Venere muoversi sulla superficie solare avremo anche noi l’occasione di partecipare alla grande avventura degli astronomi pionieri del 1700 e dei loro viaggi per mari allora sconosciuti.
Dall’Italia sarà possibile vedere solo la parte finale del transito, visto che quando il Sole si leverà all’orizzonte il pianeta avrà già fatto il suo “ingresso sul Sole”. Potremo quindi osservare il fenomeno a partire dalle 5:25 e fino alle 6:55, ora di uscita del pianeta dal disco solare.
Si raccomanda a chiunque volesse seguire il fenomeno celeste di non osservare il Sole ad occhio nudo o con strumenti non specifici per l’osservazione solare.